martedì 19 novembre 2013

107 - Il silenzio dei cimiteri

Ho sempre trovato affascinante l'atmosfera dei cimiteri: è chiaro che mi piacciono da vivo perché da morto ho qualche problema a pensare di trovarmi sotto terra, e per questo motivo quando mi è capitato di andare in giro e trovarne qualcuno non ho resistito alla tentazione di fotografarli.
C'è il silenzio, innanzitutto, nelle immagini dei cimiteri.
Un silenzio pensieroso, dai colori sbiaditi, dove perfino il rumore dello scatto sembra eccessivo e devi farlo con attenzione, con rispetto.


Non puoi invadere il terreno da turista, da curioso ma devi farlo pensando alle storie dietro le lapidi: una data di nascita ti deve suggerire i sorrisi dei padri e delle madri che forse sono poco più in là, gli anni che passano tra una data e l'altra raccontano storie che sono tristi ed allegre, tanto differenti e alla fine tanto uguali alla nostra.


L'ultima data che leggi, infine, deve renderti consapevole della brevità delle cose, dell'inutile affannarsi, di quanto siamo distratti dalle cose da dimenticarci il valore del tempo che ci separa da quel giorno quasi come se gli anni, i mesi ed i giorni non dovessero finire mai.


E poi in quegli anni scritti su una pietra spesso ci sono anche le storie di intere nazioni, popoli che la guerra ha travolto insieme, ammassandoli gli uni sugli altri come le pietre del cimitero ebraico di Praga.


Qualche volta capiterà di leggere e immaginare un mestiere, un lavoro che si perde nel tempo: qualcuno nato in un secolo così lontano da noi da rendere perfino inimmaginabile come fosse il suo quotidiano. 
1864, anni in cui la storia ha cominciato a prendere una velocità vertiginosa eppure forse anni da rimpiangere.


Poi all'improvviso l'immagine di una bambina: il volto rivolto verso l'alto a guardare un cielo che probabilmente avrebbe voluto vedere più volte.
Stringe un mazzo di fiori sul petto, ha gli occhi tristi, il volto bellissimo che non riesce a sorridere, non più almeno.
Ed è qui che comprendi il silenzio dei cimiteri, il silenzio di uomini e donne che hanno vissuto ma soprattutto il silenzio di chi della vita ha sentito troppo poco e che ancora di più ti fa comprendere quanto invece devi vivere intensamente.
Non in silenzio.

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